XVIII Festival del Cinema documentario Arabo e Palestinese “Al Ard [doc] Film Festival” Spin-Off al Centro
Lo Spin Off di Al Ard Doc Film Festival, il Festival del documentario arabo e palestinese organizzato ogni anno dall’Associazione Amicizia Sardegna Palestina con il contributo della Assessorato allo Spettacolo e Pubblica Istruzione della Regione Autonoma della Sardegna e il patrocinio del Comune di Cagliari, ritorna a Macomer per la sesta volta, dopo l’interruzione causata dalla pandemia nel 2020.
Il 31 marzo alle ore 19:00 il Centro Servizi Culturali ospiterà un incontro del XVIII Festival del Cinema documentario Arabo e Palestinese “Al Ard [doc] Film Festival”, organizzato dall’Associazione Amicizia Sardegna Palestina e che si svolge ogni anno a Cagliari. Proietteremo, due importanti film del mondo arabo selezionati per questa edizione del Festival: Liwan: a Story of Cultural Resistance di Doris Hakim e “What Remains di Christian Harb.
La settimana principale della XVIII edizione del Festival si è conclusa domenica 13 marzo, al teatro Massimo di Cagliari, dopo ben 5 giornate di proiezioni, incontri con i registi, una mostra, un convegno per docenti e un incontro dedicato interamente a studenti e studentesse delle scuole medie/superiori.
34 film dei quali 30 in concorso, scelti e selezionati da una commissione esaminatrice tra moltissime proposte arrivate dall’Europa e da tutto il mondo arabo e non solo.
Diversi i temi trattati anche quest’anno: dalla violenza sulle donne in Egitto, la vita nei campi profughi, la disabilità e il riscatto sociale, le proteste in Libano e le conseguenze dell’esplosione al porto di Beirut. Ma è stato il tema della detenzione e del corrispondente bisogno di evasione a rappresentare il filo conduttore di queste cinque giornate, ripreso anche dall’immagine e dal titolo scelti per questa edizione particolare: “Pellicole Sprigionate”.
Liwan: a Story of Cultural Resistance | Sezione Classic
di Doris Hakim | Palestina /Spagna, 2021 (inglese-arabo, sottotitoli italiano; 28′) Premio miglior regista emergente
Liwan è un documentario sull’omonimo spazio culturale di Nazareth, uno spazio che è stato difficile aprire e gestire, attaccato in passato e costantemente sot- to minaccia. La regista ha incontrato nel 2016 i suoi fondatori, Sami Jabali, Sally Azzam e Silke Wanner, che l’hanno sostenuta quando Israele ha annullato una sua mostra. Alla fine degli anni ‘90, un progetto di “riqualificazione” del governo portò per anni alla chiusura di gran parte delle attività del souq, che non si sono mai riprese. Liwan ha stimolato l’apertura di nuovi spazi, la creazione di un movimento di resistenza culturale focalizzato sull’identità palestinese. Dentro lo stato d’Israele, i palestinesi sono una minoranza e la loro cultura è stata deliberatamente e sistematicamente negata ed emarginata. Così, un altro importante obiettivo di Liwan è quello di soste- nere la cultura locale, vendendo prodotti palestinesi, ospitando concerti di musicisti palestinesi, letture di poesia, mostre d’arte, proiezioni di film, e diventando un punto d’incontro per i tour che visitano la Pale- stina. Liwan promuove il turismo politico e fa si che i visitatori si confrontino con la popolazione locale ara- bo palestinese e che i tour, intorno a Nazareth e nei vicini villaggi distrutti, siano guidati da un giornalista del posto, Jonathan Cook.
Doris Hakim è nata a Nazareth da padre palestinese e madre greca. Questo sottofondo ha giocato un ruolo importante nel suo sviluppo artistico, spingendola a esplorare gli effetti e la concezione di società, religione e politica, concentrandosi sul significato di questioni come democrazia, uguaglianza e confini. Doris si trasferisce in Grecia all’età di 20 anni. Studia Teologia e poi Belle Arti per poi trasferirsi in Spagna dove ha proseguito con un master e attualmente sta intraprendendo un dottorato di ricerca. Le sue origini complesse e diverse rappresentano sia la ricchezza che la forza del contesto in cui è cresciuta e lei affronta questi temi nel tentativo di riconciliarsi con la sua cultura e i suoi confini socio-politici.
What Remains |Sezione Handala
di Christian Harb | Libano 2020 (muto; 5′) Premio sezione sperimentali e animazione
Il cortometraggio sperimentale What Remains, realizzato con le riprese scioccanti del 4 agosto 2020, è un’eloquente rappresentazione della ferita aperta nel cuore del Libano dall’esplosione al porto di Beirut. Il regista spera che questo cortometraggio possa contribuire a mostrare al mondo la brutale quotidianità del popolo libanese ed essere la voce visuale di quanti non hanno più voce.
Christian Harb è un fotografo e designer libanese. Dopo aver studiato fotografia all’università e aver lavorato nel campo del design per più di 10 anni, ha deciso di focalizzare la sua creatività per catturare gli eventi, sull’impulso del momento e mostrare la drammatica situazione che sta attraversando il suo paese con creatività e tocco artistico.